La storia di Paolo: vent'anni di volontariato tra passione e futuro

Quest’anno il Coordinatore “compie vent’anni in servizio operativo”. Tutto parte da quando la sede si doveva chiudere a chiave prima di salire in ambulanza, al sorriso degli anziani del centro Italia dopo il terremoto. Sono passati molti anni, per la precisione 20, da quando Paolo Rebecchi ha fatto il suo ingresso nel volontariato. Ora coordinatore del comitato di Anpas Piacenza e responsabile regionale di Protezione Civile per Anpas Emilia-Romagna, ha fatto la sua prima esperienza, come tanti giovani, nella Pubblica Assistenza con sede nella città. In due lustri Paolo Rebecchi ha percorso molta strada che l’ha portato ai massimi livelli del volontariato, facendogli vivere alcune delle esperienze più incredibili che una persona possa vivere. Dall’emergenza sulle ambulanze della Croce Bianca all’impegno in Anpas. Ha affrontato situazioni ben più critiche come l’alluvione che ha colpito la nostra provincia, o i terremoti che si sono susseguiti sul territorio Italiano. Una strada che, come afferma lui stesso, non ha percorso da solo ma con un gruppo di amici di cui è diventato un punto di riferimento e con i quali è riuscito a fare squadra a favore di tutto il territorio provinciale. Anpas Piacenza è ora una realtà molto unita, con uno sguardo rivolto verso il futuro e la mano tesa alle persone che chiedono aiuto e alle piccole Associazioni, soprattutto montane, che svolgono un ruolo fondamentale in un territorio in forte deficit demografico. A livello regionale ha saputo dare uno sprint all’organizzazione della colonna mobile regionale, raggiungendo risultati molto importanti dal punto di vista delle risorse tecniche ed umane. Traguardi che Paolo Rebecchi è riuscito a raggiungere grazie al suo carisma, alla capacità di coinvolgere le persone, e a un forte concetto di vision che gli ha permesso di leggere il presente in funzione del futuro. Abbiamo voluto fargli qualche domanda, per ripercorrere insieme questi anni di volontariato in Anpas e chiesto ai suoi “compagni di viaggio” di raccontarci qualcosa di lui.

 

Come il volontariato ti ha cambiato e come tu hai cambiato il volontariato


Il Volontariato in ANPAS non mi ha cambiato la vita, è diventato la mia vita. Dal momento in cui ho portato la domanda in Pubblica Assistenza Croce Bianca, ho percepito che qualcosa sarebbe cambiato e che quello sarebbe stato il mio posto. All’inizio non è stato facile, anche per colpa mia. Avevo un carattere esuberante e la mia indole un pò ribelle non aiutava. Ma è stato uno step; sono uno che crede che i gradi si guadagnino sul campo e quindi ho fatto il massimo per far capire com’ero e gli sforzi mi hanno ripagato ampiamente dal punto di vista umano. Ho incontrato persone fantastiche ed ho fatto esperienze che qualcuno potrebbe vivere solo in tre vite. Ho ricevuto tanto e quindi mi sono messo in gioco al 100%. Dico sempre che il mio più grande merito è stato quello di trovare persone fantastiche che sposassero le mie idee. Abbiamo lavorato e stiamo lavorando moltissimo. In questi anni abbiamo costruito un organigramma strutturato in modo che ognuno sia davvero utile al coordinamento e possa sentirsi importante. Una persona da sola non fa nulla. Abbiamo implementato la tecnologia per velocizzare alcuni processi e dato ampio margine alla formazione. Un’altra cosa è avere una vision a 360 °. Occorre capire dove siamo e i bisogni emergenti se si vuole essere concreti.

 

 

Dal coordinamento a Piacenza a quello regionale: cosa ti ha spinto a farlo, se immaginavi di affrontare situazioni come le alluvioni a Piacenza e il terremoto e cosa hai portato in regione

Anna Groppi, che è stata il mio predecessore, mi aveva scelto per darle una mano nel Coordinamento. Per me era la prima volta che mettevo il naso fuori da Croce Bianca per vedere il nostro mondo dall’alto. Ho iniziato a conoscere le istituzioni, i palazzi, la politica nel senso formale del termine. Mi sono appassionato e quando lei ha deciso di non proseguire sono stato onorato di essere stato scelto all’unanimità dai Presidenti del territorio come Coordinatore Provinciale. Grazie all’amico Alberto Casella e a Claudia Boselli, che ai tempi erano Consiglieri Regionali, su loro consiglio ho iniziato a frequentare Bologna. Una visione ancora più articolata che raggruppa oltre 100 Associazioni. Anche in quell’occasione mi sono messo a disposizione per far ciò che serviva e dopo il primo mandato l’allora Presidente Regionale mi ha chiesto di occuparmi del nostro Settore di Protezione Civile. Un compito impegnativo e complesso, soprattutto per quanto è accaduto nel nostro paese. A dire il vero la mia prima emergenza di Protezione Civile l’affrontai poco più che 18enne nel terremoto a Nocera Umbra, ma avere la Responsabilità Regionale è sicuramente diverso. Affrontare delle emergenze come quelle di questi ultimi anni non è stato semplice. Lavorare con molte persone ed enti ti mette a dura prova; quello che mi lascia sempre un segno sono però le situazioni umane. E’ devastante vedere la difficoltà delle famiglie, i sogni infranti, gli animali disorientati. Cosa ho portato in Regione ? bisognerebbe chiedere ai miei colleghi, ma credo di aver dato input sul modello organizzativo e sulla volontà di fare squadra.

 

 

Come vedi i prossimi 20 anni sia tuoi che di Anpas

Beh innanzitutto spero di viverli, e soprattutto di viverli al massimo di ciò che posso dare. Personalmente starò nel movimento finché saremo compatibili. In ogni situazione ci si sceglie reciprocamente senza obblighi o forzature. Io sono a disposizione, quindi chi è al di sopra deciderà. Per quanto concerne il movimento lo vedo sempre più protagonista. ANPAS a tutti i livelli, sia Nazionale con le sue oltre 800 Associazioni, che Regionale e Provinciale, è flessibile e sempre in aggiornamento. Grazie al Responsabile Regionale di Protezione Civile sono stato inviato a Bruxelles al Parlamento Europeo a seguire un Progetto Internazionale e questo mi ha fatto capire meglio la pianificazione Europea. Il Mondo cambia velocemente ed in ogni epoca gli uomini che la vivono pensano di essere in quella più difficile, ma poi ne arrivano altre, per cui credo che occorra solo mantenere la voglia di stringere i denti e di stare uniti per proseguire la strada.

 

 

Maria Frino (Coordinatore Segreteria Provinciale ANPAS Piacenza)

In questi anni con Paolo sono stata anche una delle pochissime ad avere l’onore e la possibilità di poterlo aiutare fianco a fianco. Sono una sua collaboratrice sia per quanto riguarda il volontariato con la segreteria di coordinamento che nel lavoro. Devo dire che è stata ed è costantemente un ottima palestra; mi ha insegnato tantissime cose mi ha portato a conoscere realtà diverse. Da lui c’è tanto da imparare, è un vulcano, riesce a fare 100 cose contemporaneamente e tutte fatte bene. Non è stato mai troppo generoso di complimenti per il mio operato e dire che è pignolo non rende l’idea, ma mi ha dato fiducia poco a poco e oggi per alcuni aspetti mi lascia piena autonomia. Questo suo modo di fare mi ha sempre spronata a fare meglio. Questa per me è scuola, scuola di vita e mi ha aiutato e mi sta aiutando a crescere. Abbiamo passato insieme momenti allegri, tristi, seri, abbiamo litigato, fatto pace e quando abbiamo sbagliato ci siamo sempre chiesti scusa. Stando al suo fianco sicuramente non si soffre di monotonia, anzi. Mi ha insegnato ad amare il mondo del volontariato ed amare la segreteria di coordinamento di Piacenza che è costituita da persone meravigliose come Michele Vignola, Maria Vittoria Rabaglia ed Erica Piccinini. Potrei parlare per ore sui momenti passati insieme, la cosa che però ci tengo a dire è che è speciale, umile nonostante i suoi numerosi incarichi ed ha un grande cuore. E’ un Amico a cui sono infinitamente grata e a cui voglio bene.

 

Giuseppe Monfreda (Coordinatore Ufficio Servizi di Croce Bianca)

Paolo Rebecchi è per me più un amico, è un fratello. Nei momenti più difficili della mia vita è stata la persona che non mi ha mai voltato le spalle e che mi ha sempre aiutato. Ha creduto in me investendo tempo, pazienza, facendomi crescere sia professionalmente che umanamente. E’ un vortice di iniziative, di idee e di forza che ti cattura e che ti dà la spinta per fare cose che non avresti mai pensato di fare. Quando diciassette anni fa entrai in Croce Bianca fu una delle prime persone che incontrai, ai tempi era coordinatore dell'ufficio divise. Mi promise la nuova divisa per il giorno del mio compleanno e così fu: ogni qual volta ti promette una cosa la fa. Paolo è una persona instancabile e di grande costanza. Dice poche parole ma precise ed è questa forse la sua migliore qualità.

 

Alberto Negri (Volontario ed EX Coordinatore della Formazione di Croce Bianca Piacenza)

Sembra ieri ma dal 1998 son passati venti anni. Mi ricordo che era una sera di primavera, quando un tizio stava tentando di parcheggiare la sua auto nel cortile dell’allora sede di via Trento. Credo che impiegò almeno 7 manovre per entrare in un semplice posto auto ben segnalato. Incuriosito attesi l’uscita dall’abitacolo del “fenomeno”, mi si presentò davanti con passo deciso (tutt’ora lo riconoscerei a distanza), uno “sbarbatello” dalla fronte spaziosa e una coda di cavallo da far invidia ai nativi americani. Per giunta aveva l’orecchino e un bracciale. Rimasi in silenzio, anche un po’ stupito e lui sbottò: “Tutto Bene? Va bene lì la macchina? Sono Paolo Rebecchi” dette così in fretta che non seppi dar risposta. Da lì è iniziato un cammino fatto di emozioni, passioni, litigate (poche) gioie e dolori passati assieme. Quando persi mia madre e Paolo era accanto a me. Vent’anni colorati come un arcobaleno in piena luce e altresì impegnati assieme in percorsi difficili che la vita del soccorso sanitario a volte riserva.

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